Prendere di notte un aeroplano,
volare ed andare lontano,
andare senza muovere niente.
Poi prendere la notte in una mano,
fermarla parlando più piano
anche se nessuno mi sente.
Tu che ti svegli e mi dici: «Rifallo, ché non capisco»,
ti sei alzata sul letto e poi ti butti giù.
Io coi tuoi occhi buttati negli occhi mi intenerisco,
allora provo ad inseguirti, entro dagli occhi e via,
in cerca di compagnia, tra due nuvole ed una lacrima
ecco che incontro l'anima, l'anima…
Anima, anima…
Anima… l'anima
Preso da un abbaglio e da un sospetto,
lancio un urlo che si schianta sul tetto –
per fortuna nessuno mi sente.
L'anima è una parola, è un concetto,
non è normale vederla sul letto,
vederla e fare finta di niente.
Tu te ne accorgi e sorridi mentre son io che non capisco.
È logico, arrivi sempre prima tu,
ma sento ancora i tuoi occhi negli occhi e mi intenerisco.
Oh, che notte stanotte, piccola anima mia,
ma prima che voli via,
fammi una cortesia –
dimmi se la tua anima
ha un posto anche per me.
Nell'anima
c'è un posto anche per me…
Nell'anima
c'è un posto anche per me…