Tra le barche a pancia all’aria,
rauco il vento s’infilò.
L’ultima boccata forte,
poi le scarpe si cavò.
Con le mani stanche cariche di vene,
i vestiti ripiegò.
Come chi non ha piu’ fretta
verso il mare camminò.
La schiuma gli si fece incontro
e i suoi piedi incatenò.
Gli occhi acquosi di tristezza
oltre quel cielo, un altro cielo lui cercò.
Ti seguirò,
se tu lo vuoi.
Dovunque andrai,
io ci sarò.
Strinse intorno a sé le braccia,
poi nell’acqua scivolò.
I treni partiti senza portarci via
non si fermeranno più qua
Finché la certezza
non ci abbandonerà
e ancora la pioggia cadrà
Il riflesso della luna
nel suo solco lo guidò.
Pallide le spalle magre
contro l’orizzonte andò
Un silenzio nero,
come il culo dell’inferno
a lui si accompagnò.
Io non lo so
cosa non va
che cosa c’è
cosa sarà.
metro dopo metro spinse il cuore
e la notte attraversò.
I sogni sognati
Con tanta ingenuità
Marciscono in fondo a una via.
Finché la paura
non ci addormenterà
e ancora la pioggia cadrà.
Con bracciate più rabbiose
il suo corpo trascinò
e sfidò la nebbia densa
che pian piano lo abbracciò.
le speranze mezze uccise dalla vita
tra le onde abbandonò.
"Non ti amo più!
Non sono tua!
Che cosa vuoi,
Vattene via!"
Si aggrappò sfinito al suo dolore
ed il mare lo ingoiò.