Mi scorderei della mia ingenuità
Per afferrare un punto di anarchia
Per consigliarmi, riparare
E avere finalmente un posto dove stare
Che qui c'è in gioco la creatività
Che poi per molti è un peso, l'apatia
E noi che stiamo svegli e vigili
Poi ci sfiniamo di essere autocritici
Che fosse solo la politica
Assecondare voglia di andar via
Ma c'è che sotto incalza un trapano di mimica
Di mutua e di problemi con l'ortodonzia
Chiamando a voce alta la realtà
Potrei svoltare alla prossima via
Chiedendo scusa ai miti e ai santi
Per aver tirato in mezzo tutti quanti
Passerà anche questo inverno
E poi altri cento
Fuori giocano e noi dentro
Abbiamo il peso che degli anni è il monumento
Gli spettatori dormono
Sì, è facile sia più un presentimento
Di bene me ne vogliono
Ma ho freddo, vaffanculo
E vorrei fosse estate o almeno il tempo
In cui poter vedere che altro c'è
Milano, scostumata ferrovia
Già perdonata la tua identità
Strappando pagine di cronaca, lì in faccia
E in tuta al parco la domenica
Ti chiederei di nuovo come stai
Ma mi rispondi “bene” e poi vai via
Senza lasciarti il tempo di pensare
Che volevo dirtelo anche io
E intanto starò qui
Maldestra e spaventosa liturgia
La vita è miele e non ne avevi idea
Su un palco grande ad asciugar
Le tue mutande e tua gelosia
Contento che non ci sia eredità
Per non sperare, affascinato di follia
Che sia la morte o il tuo denaro
A dar voce a tutto ciò che non mi è chiaro
Passerà anche questo inverno
E poi altri cento
Fuori giocano e noi dentro
Abbiamo il peso che degli anni è il monumento
Gli spettatori dormono
Si, è facile sia più un presentimento
Di bene me ne vogliono
Ma ho freddo, vaffanculo
E vorrei fosse estate o almeno il tempo
In cui poter vedere che altro c'è
In cui poter vedere che altro c'è
In cui poter vedere che altro c'è