Nel momento che ho deciso
di coinvolgere me stessa
nella scelta temeraria
di aggredire la tempesta
in quell'angolo di festa
che fa chiasso in mezzo al cuore;
quando non mi fanno male
le bugie che mi son detta;
quando stimo più il concreto
che la stupida apparenza,
allora vinco.
Nella voglia che ho di averti
senza mezze condizioni,
nel sentirmi preparata
a far cambio di emozioni,
nella noia lasciata fuori
senza pane e senza tetto;
quando riesco a tollerare
l'ignoranza di un dispetto,
allora vinco il senso della lontananza
perché tu non mi lasci sola,
e vinco il freddo della mia paura
quando decido che non ha importanza
e quando sono immersa nel presente,
io vinco il vuoto delle ore perse
perché le so dimenticare.
E vinco il vuoto delle ore perse
perché le so dimenticare.
(×2):
Ora lo so
che il tempo lascia il tempo di esistere.
Ora che ho
la forza di decidere.
Ora lo so
che nella vita devi resistere,
che non si può
lasciarsi sopravvivere.
E se penso a come ho usato
tutte quelle incomprensioni –
le ho mischiate un po' alla volta
insieme a dei momenti buoni.
Ora lo so
che il tempo lascia il tempo di esistere.
Ora che ho
la forza di decidere.
Ora lo so
che nella vita devi resistere,
che non si può
lasciarsi sopravvivere.
E mi sento preparata
e vinco le ombre di quell'amarezza
quando trovo il modo di affrontarla,
e vinco l'ansia delle mie domande
su dove va a finire questo mondo
e la mia strada dove mi conduce,
e vinco il buio che ciascuno ha in fondo
perché ho imparato dove sta la luce.
(×3):
Ora lo so
che il tempo lascia il tempo di esistere.
Ora che ho
la forza di decidere.
Ora lo so
che nella vita devi resistere,
che non si può
lasciarsi sopravvivere.
Ho imparato dove sta la luce,
su dove va a finire questo mondo.
Non si può lasciarsi sopravvivere.
Ora che ho, ora che ho la forza di decidere.
Non si può lasciarsi sopravvivere.