Era vicino a compiere
amor, tre lustri appena,
e il giovinetto strinsemi
fianco la sua catena.
Ove città marmorea
siede fra l’onda e il monte,
cui ne’ remoti secoli
diè nome il Dio bifronte.
Amai fra cento amabili
ninfe, la più crudele;
né a intenerirla valsero
i versi e le querele.
Ma quando, ohimé! Recidere
vidi le aurate chiome,
e il nome udii di Doride
cangiato in altro nome;
e austera in faccia chiudermi
l’inesorabil porta;
dissi fra il pianto e i palpiti:
la mia speranza è morta.