Mi hanno detto che Cristo è stato a Roma
e gli hanno detto pure: ma dove vai - quo vadis? -
raccogli tutto, stracci e idee,
ma a Roma, a Roma no, non ci tornare.
Vuoi forse andare a finire morto ammazzato
da quei bravi centurioni che tu sai (chi sono),
che ti pregano e ti fregano tutti i giorni
in nome della loro autorità?
Tornatene quatto quatto in Galilea,
quella sì che è una terra produttiva
riprenditi almeno la terra che era tua
dall'occhio vergognoso di un Mosè - Moshe Dayan -
Questo ho saputo per vie non troppo chiare
da un augusto imperatore che sta al bar - un ubriacone.
Ora mi devi spiegare, o mio Signore,
perché adesso tu non stai né qui né là.
"Figlio mio, io faccio il mio lavoro,
tappo i buchi dove li posso tappare:
adesso sono impegnato su in Irlanda
e mi hanno pure incastrato nel Vietnam.
Certi signori che sono quaccheri rifatti - gli americani -
hanno inventato degli angeli più forti - i Phantom X -
e quelli costruiti qui alla buona
non hanno neanche il tempo per volare.
Ci hanno messo di mezzo anche mio cugino
che si chiama sempre Belzebù.
E che ti devo dire? Io non mi muovo,
io cerco il fresco, io me ne sto qui"
Accidenti, Gesù Cristo, come sono fichi!
ma chissà che cosa credevo che avresti fatto
volevo vedere un po', io sono ignorante,
per il mondo che hai creato, che stavi facendo.
Ma la cosa che ci frega tutti e due
è che noi andiamo ogni giorno a lavorare
e che, ma guarda un po', ma guarda che destino,
ci tocca stare zitti, buoni e sopportare.
E non facciamoci gli affari nostri,
non facciamoceli per carità;
non farti gli affari tuoi finché la pace non verrà.