L'Aedo venne per chi era presente,
per chi aveva tutto e chi non aveva niente.
L'Aedo venne e gettò l'incanto
per la sala ombrosa.
Del suo canto
la beltà seduce,
la verità convince.
Da quel che attinge,
da quello che finge
il vero dal falso
più non si distingue.
Pathos, mathos
ah soffrilo e poi imparara
ah imparalo a cantare
pathos mathos.
L'aedo canta e intanto la memoria
si versa sopra agli occhi
il dono che
gli dà luce dentro
lo fa cieco di fuori
canta la storia
come ci fosse stato
come se avesse visto
prima di essere nato
ah ah, soffrilo e poi impara
pathos mathos.
L'aedo incanta
e mentre tesse il testo
in sala sorse il pianto
il verso versa
e toglie alla morte
chi viene cantato
chi aveva orecchie,
chi potè sentire
ritrovò la sua vita,
com'era e com'è stata
ah, soffrilo e poi impara
ah, e imparalo a cantare
pathos mathos
Un re tradito
che ritrovò il ritorno
nascosto di stracci
portò la strage in sala
l'aedo disse
nel silenzio di morte
a chi lo giudicava
o re potente
come ho cantato loro
ora canterò di te
e disse quello
che tu viva per sempre
e dentro il tuo canto
io viva con te
ah, soffrilo e poi impara
pathos mathos
Gli Dei soltanto
ci filano sventure
per dare gloria al canto
e il canto dice
nascosto nel tempo
con voce di pietra:
"Siamo due coste di rupe
aspettiamo un terremoto
per unirci di nuovo
in un solo canto"
"Siamo due coste di rupe
aspettiamo un terremoto
per unirci di nuovo
in un solo canto"
Ah, soffrilo e poi impara
ah, e imparalo a cantare
Pathos mathos