Abbiamo calpestato la terra promessa,
abbiamo visitato i campi dei rifugiati.
I bambini di Aida lanciano mille pietre,1
tentano di far cadere il muro dell’apartheid.2
Abbiamo visto il letame sulle grate,
negozi chiusi nel mercato di Hebron,3
dappertutto ci sono case in rovina
e uomini coraggiosi che non mollano mai.
Abbiamo cercato d’immaginarci
che gli eredi di questa terra
alla fine tornassero a casa
dopo sessant’anni d’occupazione.
Le madri di Askar piangono e piangono4
mentre ci spiegano il loro grande dolore.
Abbiamo osservato alcuni minuti di silenzio
davanti alle tombe dei martiri di Jenin.5
Abbiamo esaurito la nostra pazienza
in ogni checkpoint che ci è toccato attraversare.
Abbiamo contemplato la luce del crepuscolo
dalle terrazze di Gerusalemme.
Abbiamo cercato d’immaginarci
che gli eredi di questa terra
alla fine tornassero a casa
dopo sessant’anni d’occupazione.
Abbiamo passeggiato per le spiagge di Acri6
con un sole di giustizia che ci bruciava la pelle.
Risulta impossibile non innamorarsi
delle combattenti del ’48.
Abbiamo constatato la forza incredibile
che possiamo ottenere se uniamo le nostre mani.
Abbiamo cantato insieme bilādī, bilādī
nel Teatro della Libertà.7
Abbiamo cercato d’immaginarci
che gli eredi di questa terra
alla fine tornassero a casa
dopo sessant’anni d’occupazione.
1. Aida è un campo profughi palestinese.2. L’apartheid è stato la segregazione razziale in Sudafrica negli anni 1948-1990.
Questa canzone si riferisce invece alla Palestina.3. Hebron è una città in Palestina.4. Askar è un campo profughi palestinese.5. Jenin è una città Palestinese e un campo profughi nelle sue vicinanze. Fu invasa dall’esercito israeliano nel 2002.6. Acri è una città israeliana. Appartenente alla Palestina, fu occupata da Israele nel 1948.7. Bilādī, Bilādī, Bilādī {patria mia, patria mia, patria mia} è l’inno nazionale egiziano, che è stato anche l’inno nazionale della Palestina dal 1949 al 1967.
Il Teatro della Libertà è un progetto culturale nato nel 2006 nel campo profughi di Jenin.