Tre, due...
A due passi dalla concezione di uomo libero, scivolo
E perdo l'equilibrio, nel baratro sto in bilico
Appiccico foto di noi sul muro
O studi o poi sei un mulo col mutuo e muto
Nel sotterfugio ho sostenuto
I cambi di stagione, i crampi al quadricipite
Mi guardi come quadri o campi al capostipite
Farei faville nelle cene alle ville
Con fighe in ferie, alle Maldive, senza dar le malattie
Due in giorni insieme e si vede che sei scaltro
Un frà mi fa: "Cazzo succede?"
Rivendicando pretese appese a tele di ragno
Dalla strada un MC si sta affermando
Così un maniscalco farà un rotocalco
O mi rompo un osso a calcio
Eccedo e cedo per il modo in cui mi guardi
I miei gatti fanno agguati
Io e te guanti in quanto estranei
Spilla da balia in balia di un anfibio
E sarà quella di un punk e non un celerino
Metto le quattro frecce ed esco dal mio gregge
Riscaldamento spento, tanto il freddo è dentro
Il portamonete con tutti i miei averi
Ho ancora due fette della pizza di ieri
Puoi cambiare l'Italia, io non c'ho mai creduto
Il mio artista preferito è sempre deceduto
E il volo dura poco, però tutti a guardare
Il ritorno delle stelle cadenti dal mare
All'ultimo banco appoggiato, con un estraneo
Ma al suo posto, e pensavo ancora
Un fiume in piena la mia penna
Io in terra, a me la scelta
Come quel mondo che ti cadde tra i piedi, poi si rialzò da solo
Sentirsi sporchi anche in un abito nuovo
Gira il mondo un bel castello in testa
Sputo inchiostro, nero seppia
Il tuo rispetto me lo prendo
Mi ci perdo nei tuoi blue jeans
Rendo meglio sotto stress
Una libellula nel diario, ho meno parole
Per ora è un karaoke, spiego le ali
Va di moda farsi come da prassi, passi
Guarda, mi appallottolo sul red carpet, fanculo
Bevo un bicchiere e mi annullo, nuvole, Rapa Nui
Metto le quattro frecce ed esco dal mio gregge
Riscaldamento spento, tanto il freddo è dentro
Il portamonete con tutti i miei averi
Ho ancora due fette della pizza di ieri
Puoi cambiare l'Italia, io non c'ho mai creduto
Il mio artista preferito è sempre deceduto
E il volo dura poco però tutti a guardare
Il ritorno delle stelle cadenti dal mare
Vedo persone passare e poi giudicare
Guardare dalle persiane
Persiani col pelo lungo impallati a guardare me
Io li ricambio e cambio vicolo
Stretto come una scelta od un vincolo
Come vino che cola sopra al mio tempo
E c'è un parcometro che non lascia biglietti
E quindi stiamo in doppia fila
O non sappiamo dove metterla 'sta macchina
Ma ci scordiamo che la vera macchina poi siamo noi
Che siamo eroi
Ma non abbiamo mica la patente
Siamo autisti, sì, chiusi in scatole fra reliquie
Siamo autisti-ci che ricercano cose antiche
Amiamo tutti farci un nome, ma abbiamo perduto il nostro
Io sto fermo in una stazione, da solo con il mio mostro
Sono la spesa di una vecchia che pesa e la tira in basso
Pensa che ciò che mangiamo dovrebbe tirarci su
Ed invece pesa come le ombre
Che stringi dentro un abbraccio
Basterebbe non volerle per non ricadere più
Metto le quattro frecce ed esco dal mio gregge
Riscaldamento spento, tanto il freddo è dentro
Il portamonete con tutti i miei averi
Ho ancora due fette della pizza di ieri
Puoi cambiare l'Italia, io non c'ho mai creduto
Il mio artista preferito è sempre deceduto
E il volo dura poco, però tutti a guardare
Il ritorno delle stelle cadenti dal mare
Una vita è diversa, magari era fattibile
Domani mi mangerò le mani: cannibale
Le vite vere sono scorie della fantasia
Quando la notte cala, questa scala è tutta mia
Ma non ci canto, non ci ballo, solo scrivo strofe
E l'Italia di notte è la mia sala prove
Scrivendo rivendo questa società pazza
In cui percepisci uno stipendio in base alla razza
E parlo di me anche se non so nulla di me
Sono l'ambasciatore di un'altra dimensione
Che si allontana dal senso con tutte le forze
E lascia che parli il ritmo come il morse
Tanto anche se hai il testo sotto non afferri il sottotesto
Vola via col vento fresco, verso il sottotetto
Parole sante, pesanti, autoimmuni
Tutto il resto è noia e droghe e luoghi comuni