Stazione di una piccola città italiana
Potrebbe essere la tua:
Fiori cresciuti tra i binari
Li sento profumare, al partire del treno
Profumo acceso d’incenso, odore intenso di marijuana
E come una confusione nei pensieri
Per la voce dello studente musulmano
Accordo il senso alle parole, il suo silenzio col mio
Acqua ragia per lavarmi il viso
Passa l’anima randagia sul cammino clandestino
E torno al posto dove non sono mai stato
Mordo il freno, bevo aceto, abbraccio il macadam
Passano le voci nella sera
Un’altra volta passo la frontiera
C’era una promessa confidata, amore
Te ne sei dimenticata
Passa il vento, passano le lune
E passa la mia ultima occasione
Lacrima di seta disegnata:
Malestro, malincuore, malavita
Un animale in gabbia: io non so vivere così
Questa casa va a fuoco! Questo vicolo è cieco!
Come lontana casa mia, come era bianca l’Algeria
E come è scuro il muro della gendarmeria
Dalla mia lucida amnesia, dalla mia
Fioca nostalgia, non fatevi ingannare
Reticenza o amnesia che sia
Non so, non mi ricordo, non vi voglio dire
Passano le voci nella sera
Un’altra volta passo la frontiera
Cenere d’un canto viaggiatore:
Malestro, malavita, malincuore
Passa il treno, passa la bufera
Passa sempre troppo lenta la paura
C’era una falena incatenata:
Malestro, malincuore, malavita