Tutti fermi in fila ad aspettare
che scatti quel semaforo.
Avessi almeno la mia radiolina
che sentirla è uno spettacolo.
Guarda che ti ho visto con le mani dentro il naso: sei romantico.
E poi la stessa mano te la passi tra i capelli: sei fantastico.
Ma quanti manifesti colorati,
così grandi – non li ho visti mai!
Che gambe deliziose… son le calze un po' velate,
tu non le compri mai.
Biscotti per l'infanzia, poveretta,
carte igieniche lunghissime.
Sentissi come è morbida
e ogni volta viene voglia di "cosare".
E all'improvviso arrivi tu,
un manifesto in mezzo agli altri.
Su quel faccino quanti pugni, quante botte –
ma lo sai che ti potevano ammazzare?
«Su, babbo, smettila di bere
e non mi picchiare un'altra volta,
ché ogni volta ho più paura!
Quando cerco di scappare,
non arrivo mai alla porta –
mi raggiungi e sei una furia,
non c'entro niente coi tuoi guai!
Non c'entro con i dispiaceri!
Non ti ricordi, ieri,
che mi portavi al mare?»
Siamo ancora fermi ad aspettare
che scatti quel semaforo.
Avessi almeno la mia radiolina
che a sentirla è uno spettacolo.
Guardo il mio vicino, è lì tranquillo,
tramortito dal suo stereo,
e arrivano frequenze così basse
che divento tachicardica.
Ma quanti manifesti colorati,
così grandi – non li ho visti mai!
C'è un brandy un po' speciale
per un fico eccezionale,
non me lo compri mai…
Detersivi così intelligenti
che gli manca solo di parlare
e macchine potenti e prestigiose
che se non puoi, le puoi rubare.
E all'improvviso torni tu,
un manifesto in mezzo agli altri,
e hai un faccino così triste
che a guardarti dentro agli occhi
ci si potrebbe vergognare.
«Ma babbo, non ho fatto niente
e non mi picchiare un'altra volta,
ché ogni volta ho più paura
e ho paura ormai di tutto –
di pensare e di parlare!
Ho anche paura di dormire,
ma giuro, quando sarò grande,
mi voglio vendicare:
non mi ricorderò mai più
che mi portavi al mare!»
Finalmente ci muoviamo tutti
con te che mi vuoi stringere…
Io sto pensando ancora a quel faccino.
«Passa, se vuoi passare…»
Ma quanti sono quei faccini e quanto sono disperati –
li senti piangere ogni notte e non c'è mai nessuno che li aiuti…
E tutti a dire: «Che vergogna!»,
ma tutti a chiudere la porta.
«In fondo a noi cos'è che importa?
Il nostro bimbo è qui che sogna».
Ma per Dio, di là c'è un altro bimbo uguale che ha bisogno di sognare!
Magari un padre un po' diverso che lo porti un'altra volta al mare…